domenica 28 novembre 2010

Solitudine

Corri anima dannata,
che la purpurea fonte di vita sia versata,
che nella tua gola scivoli leggera
nelle prime ombre della sera.
Tendi gli occhi verso il cielo
su cui la notte ha steso lo scuro velo,
respira l'odore dei fiori bianchi
che nella tua cripta crescono placidi e stanchi;
che alla luce di candele consumate
sulle cui fiamme molte notti sono state bruciate
il sangue scivoli sulla tua pelle color lunare
come la cera sui candelabri cominci a colare.
Silenzio
buio
notturne sensazioni
e nel nulla
di fredde
città
mi aggiro
visitatore
letale
di strade
nebbiose
e decido
la vostra
sorte.
La luna illuminava il sentiero, illuminava tutto!
Per un attimo la fissò come abbagliata e sentì di nuovo quella forza che la prendeva fino a non capire più dove si trovava e che cosa stava succedendo...
Cominciò a cambiare, sentì la luna entrarle dentro e squarciarle il cuore, la pelle tremava cercando di lasciare il posto al pelo, un pelo lungo e folto...
Zanne feroci cercarono di uscire spingendo le gengive doloranti e il sangue ribollire dentro le carni.
L'ululato la prese....
Sotto cumuli di terra
Ho adagiato le mie ferite.
Le mosche mi ronzano intorno.
Sprenger e Kramer faranno ritorno
Nel tuo vergognoso dimenticatoio.
Un Mobbing dettato da isteria
Condannava al rogo la mia vita,
Denudata della mia identità,
Marchiata Anomalia per l'azienda,
Ricoperta d'infamia e feccia.
Accanto a me solo omertà,
Tradimento e quella fiducia
Su di te mal riposta.
Non urla di piacere
Ne grida di dolore
Non fragorosi applausi
Ne agitarsi di fiamme
Accompagnarono la mia fine. 

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